Brutta ma ottima: è la rana pescatrice

Lo sai che? C’è un pesce che sicuramente bello non è ma in cucina diventa il protagonista di zuppe e caciucchi: si tratta del rospo o rana pescatrice. Vi siete mai chiesti come mai sia definita “pescatrice”? Tutto nasce dal modo in questi pescioloni, che possono raggiungere anche due metri di lunghezza, si nutrono. Si nascondono la maggior parte del tempo sul fondale marino, molto spesso soli in attesa di una preda. Appena qualcosa di commestibile si avvicina, usano il primo raggio della pinna dorsale dotato di un ciuffetto lobato, luminoso grazie alla presenza di batteri bioluminescenti, come se fosse una canna da pesca. La preda, attirata dalla luce, si avvicina per ingoiare la finta esca e la rana pescatrice porta prima l’appendice un po’ all’indietro, poi ingoia l’ignaro animale.  La velocità è sorprendente, oltre alla capacità, essendo un animale vorace, di cibarsi di pesci e volatili di dimensioni enormi

Come si pesca? La rana pescatrice di solito viene pescata con le reti da traino, ma può essere catturata anche con lenze di fondo o palangari e si trova anche nel nostro Mare Mediterraneo. 

Come si mangia? È un pesce prelibato e conosciuto per le sue carni magre ricche di potassio, fosforo e sodio. Di solito, potete trovare la sua coda più diffusa nei ristoranti e nelle pescherie, da cucinare al forno, con un po’ di olio, sale ed erbette fresche o in padella, con pomodori pachino e olive taggiasche. Viene usata soprattutto in zuppe di pesce e sughi leggeri e gli scarti come la testa possono essere usati per delicati brodi di pesce.