Il pesce è una delle principali fonti di vitamine, sali minerali ed omega 3, tutte sostanze che il nostro organismo ha bisogno di introdurre con l’alimentazione, e che si conservano al meglio se il pesce non viene cotto ma bensì mangiato crudo. Tra i pesci più gustosi anche a crudo troviamo sicuramente salmone, tonno e pesce spada sia in forma di carpaccio che di tartare. Oltre ad essere perciò il migliore amico dell’organismo, bisogna prestare molta attenzione ad un batterio che vive nell’intestino del pesce e che se ingerito dall’uomo può causare numerosi disturbi.
Come difendersi dall’anisakis ed evitare tutte quelle malattie causate dal consumo di pesce crudo? Una delle azioni sicuramente più efficaci è quella rappresentata dalle alte temperature che se superiori ai 60° agiscono direttamente al cuore del pesce andando ad eliminare ogni batterio. Se però si vuole comunque consumare del pesce crudo senza correre alcun rischio, l’abbattimento è il sistema già sicuro. Marinatura e carpacci infatti sono efficaci solo con le larve, ma non con l’anisakis.
Anche l’affumicatura a caldo, attorno ai 70°-80° per circa 5 ore, se ben effettuata, è in grado di sconfiggere questo batterio, diversamente dall’affumicatura a freddo. Sushi e sashimi vanno introdotti all’interno dell’organismo invece quando il pesce crudo è stato precedentemente abbattuto. Se non siete certi della provenienza degli ingredienti non esitate a chiedere più informazioni al ristorante in cui andate a cenare e pranzare: le conseguenze dell’anisakis nell’uomo possono trasformarsi in spiacevoli problemi di salute.
In generale è preferibile consumare le specie ittiche a basso rischio di zoonosi, come salmone o tonno, evitando sgombro, sardine e alici marinate.