Decreto Balduzzi in tema di salute alimentare: alcune novità

Il tema della sicurezza alimentare è diventato oggigiorno uno dei principali argomenti di discussione. La tutela della nostra salute ricopre una particolare importanza ed è per questo che siamo sensibili alle norme in materia.
Oggi Sanocomeunpesce ha deciso di proporre una breve analisi della normativa che è stata emessa pochi giorni fa dal governo italiano nota come “Decreto Balduzzi.

Il 5 Settembre 2012 si è riunito a Palazzo Chigi il Consiglio dei Ministri per pronunciarsi sulle “Disposizioni urgenti per promuovere lo sviluppo del Paese mediante un più alto livello di tutela della salute” ed è così che è stato approvato il testo del “Decreto salute” proposto dal ministro Balduzzi.
Un focus attento tra le righe evidenzia le novità in materia di “Sicurezza degli alimenti e sanità veterinaria”. Bibite gassate a base di frutta come le aranciate e le limonate sono state al centro della discussione accanto al latte e al pesce crudo.

Ma di pesce crudo si era già parlato nello specifico regolamento (CE) n. 853/2004, il quale prescrive che i prodotti della pesca destinati ad essere consumati crudi, o comunque non sottoposti ad un processo di cottura con temperature e tempi tali da garantire l’uccisione dei parassiti eventualmente presenti e delle loro larve, devono essere preventivamente congelati e conservati per almeno 24 ore ad una temperatura non superiore a -20°C.

Le novità introdotte con il Decreto Balduzzi il 6 settembre vanno oltre alla questione relativa alla conservazione, poiché promuovono una campagna di tutela del consumatore che favorisca una maggior conoscenza dei rischi connessi al consumo di latte crudo e pesce crudo, partendo proprio dai punti vendita degli stessi. Con detta legislazione si richiede l’apposizione di cartelli informativi circa le corrette condizioni di impiego di pesce e cefalopodi freschi, nonché prodotti di acqua dolce, sfusi o preimballati. Coloro che non rispetteranno questa norma incorreranno in sanzioni amministrative pecuniarie da € 600 a € 30.500.

La trasparenza del venditore nei confronti del consumatore è divenuta uno dei pilastri del commercio sia all’ingrosso che al dettaglio. Mettere a conoscenza il consumatore delle caratteristiche del prodotto e delle sue proprietà benefiche è un fatto di assoluta necessità (sicuramente un caposaldo di Finpesca).

Se un tempo si conoscevano le tipicità di alcuni prodotti, se una volta esistevano abitudini consolidate (ad esempio: quella di far bollire l’acqua o il latte prima di consumarlo), oggi lo stile di vita è cambiato anche a causa della frenesia della società.
Si sono perse molte delle vecchie abitudini alimentari, questo è sicuro; al tempo stesso i sempre più frequenti pasti fuori casa sono sempre più veloci e inducono le persone a perdere la voglia di conoscere l’origine e le proprietà di ciò che mangiano.

Diventa allora sempre più importante avvicinarsi all’alimento per scoprire che cosa c’è dentro la confezione pronta. Da questo punto di vista sono fondamentali le grandi aziende come Finpesca (e molte altre), che permettono al consumatore di leggere tra le righe quali siano le proprietà dell’alimento che andrà a consumare, garantendo il rispetto delle norme e la sicurezza alimentare.

Spesso accade che al supermercato ci si rechi al bancone del pesce a chiedere qualche consiglio, ma ora più che mai dobbiamo ricordare che la garanzia di qualità, la salubrità della materia prima e le modalità di lavorazione e confezionamento sono una parte fondamentale del benessere a tavola.