Una ricerca arabo-spagnola pubblicata sulla rivista Nature Communications, avrebbe scoperto che i nostri oceani sarebbero molto più ricchi di pesce di quanto si è soliti pensare.
Questa grande abbondanza di specie ittiche sarebbe dovuta, in particolare, alla fascia oceanica semi-abissale ( chiamata anche zona mesopelagica ), compresa tra i 200 e i 1.000 metri di profondità che risulterebbe quindi ben 10 volte più popolata del previsto.
Nella fascia semi-abissale vivono, per intenderci, molte specie note tra cui pesci spada, calamari e seppie.
Per arrivare alla conclusione che gli oceani sono molto più popolati di quel che si pensi, i ricercatori hanno monitorato gli oceani attraverso rilievi acustici per 32.000 miglia nautiche.
Il risultato è stato sorprendente: la quantità totale dei pesci semi-abissali sarebbe di 10.000 milioni di tonnellate contro le 1.000 che fino ad oggi erano state stimate.
Il fatto che i pesci semi-abissali sarebbero 10 volte più numerosi implica un ripensamento anche dei flussi di carbonio nel mare.
Questi pesci infatti durante la notte salgono sugli strati superiori dell’Oceano per nutrirsi e ritornano in profondità di giorno, per sfuggire ai predatori. Questo su e giù comporta un’accelerazione del trasporto di materia organica nell’oceano, andando a rimuovere la CO2 dall’atmosfera, che invece di affondare lentamente viene trasportata a 500 e 700 metri di profondità e rilasciata con le feci.
I pesci semi-abissali oltre ad essere più numerosi del previsto avrebbe quindi anche un’importante funzione nel ciclo di vita dell’ecosistema oceanico.