Il cambiamento climatico mette a rischio i nostri mari

Il cambiamento climatico negli ultimi anni si sta facendo sempre più evidente, dal 1994 al 2017 si son persi 28 trilioni di tonnellate di giaccio. La prima ricerca globale sullo scioglimento dei ghiacci, svolta utilizzando i dati che hanno ripreso i satelliti, dimostra il preoccupante scenario.

La ricerca pubblicata sulla rivista The Cryosphere della European Goesciences Union, condatta dall’Università di Leeds, di Edimburgo e dall’University College di Londra, ha analizzato i dati satellitari degli ultimi 23 anni per valutare gli effettivi cambiamenti causati dallo scioglimento del ghiaccio.

Lo scioglimento dei ghiacciai

Negli ultimi tre decenni il tasso di perdita di ghiaccio nella terra è aumentato notevolmente, la conseguenza principale di questo fenomeno è l’innalzamento del livello del mare, aumentando il rischio di inondazioni per le comunità costiere e per gli habitat naturali da cui dipende la fauna selvatica.

È aumentato del 65% il tasso di perdita di ghiaccio dovuto principalmente all’aumento della perdita dalle calotte polari in Antartide e Greolandia che hanno subito un’accelerazione maggiore rispetto ai ghiacci presenti nelle catene montuose. Son stati esaminati e raccolti i dati da parte degli scienziati attraverso l’osservazione satellitare per studiare il ghiaccio in via di esaurimento sulla Terra, considerando 215 mila ghiacciai di montagna in tutto il pianeta, le calotte polari, le piattaforme di ghiaccio che galleggiano intorno all’Antartide e il ghiaccio marino nell’Artico e nell’Oceano Meridionale.

Le conseguenze

Ma cosa consegue dal fenomeno questo fenomeno? Sono molte le conseguenze che lo scioglimento dei ghiacciai può avere sul nostro Pianeta, con effetti gravi sull’ecosistema in generale, compresi l’uomo e gli animali. Già oggi notiamo i primi segnali come: la modifica di alcuni habitat naturali e la scomparsa di vari rappresentanti della flora e della fauna. Nei prossimi anni si potrebbe assistere a eventi come l’aumento del livello dei mari: il completo scioglimento del ghiaccio artico potrebbe portare a un aumento del livello marino di 58 centimetri, se questo dovesse succedere anche in Groenlandia, la crescita potrebbe raggiungere la soglia dei quasi 8 metri.

Molte specie animali stanno già accusando le prime conseguenze dei cambiamenti climatici e dello scioglimento dei ghiacciai. Sono due le specie particolarmente sensibili: gli orsi polari e le tartarughe. Quest’ultime, assieme a diverse tipologie di pesci, sono costrette a spostarsi per sopravvivere, mettendo a rischio la loro riproduzione. Inoltre, il rapporto dell’IPCC denuncia che la distribuzione e il numero di pesci negli oceani e nei mari sta variando in modo drastico. Il riscaldamento delle acque oceaniche e la loro crescente acidificazione, causata dall’assorbimento di oltre un quarto delle emissioni di CO2 provocate dall’uomo, comportano livelli di ossigeno più bassi e scarsa disponibilità di sostanze nutritive. Secondo le stime della FAO, entro il 2050 è prevista una riconfigurazione geografica della pesca globale e una diminuzione della quantità di pesce che sarà possibile catturare senza danneggiare le riserve biologiche, già oggi a dura prova.