Il segreto dell’obesità risiede nei pesci?

Secondo un recente studio condotto da un gruppo di esperti di genetica dell’ Harvard Medical School di Boston, alcuni pesci avrebbero in comune con l’uomo una mutazione associata a casi di obesità collegati a forte appetito.

I pesci presi in esame, della specie Astyanax mexicanus, ingrassano per resistere a periodi in cui il cibo non risulta disponibile.

La specie si è adattata ad un ambiente ostile accumulando grandi quantità di grasso durante i periodi di abbondanza di cibo, per consumarlo in seguito in modo più lento rispetto al normale durante i tempi di carenza di cibo.

Gli scienziati che li hanno monitorati sono giunti alla conclusione che alla base di questo adattamento ci siano mutazioni del gene MC4R: gene codificante per una proteina, la quale viene regolata da un ormone che risulta essere in grado di togliere l’appetito. Pare abbiano quindi individuato la chiave di volta per il mantenimento del giusto fabbisogno energetico.

Cosa succede quando si interviene per modificare il proprio peso?


Esistono dei regolatori che provano a mantenere lo stato corrente. Alcune di queste mutazioni nell’uomo (tra le quali una riconosciuta in alcuni di questi pesci grassi), sono molto comuni nei casi di obesità ereditaria.

E’ noto a tutti che ognuno possiede un metabolismo differente rispetto agli altri: che ci porta ad ingrassare in maniera diversa, nutrendoci in maniera differente.

Gli studi effettuati su questi pesci hanno offerto pertanto una speranza: che i meccanismi che ne regolano il metabolismo possano essere utili per definire in parte il funzionamento del metabolismo umano.

La convinzione è che altri geni influenzino questo fenomeno, per questo i ricercatori sono alla ricerca di ulteriori mutazioni che in futuro potrebbero aiutare a definire meglio anche il funzionamento dell’organismo umano.

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