L’autunno avanza, con le sue tinte calde, le castagne, le zucche, e… il freddo!
Il ricordo delle vacanze estive irrompe durante il dipanarsi delle giornate, frenetiche, e state pianificando un viaggio?
Da oggi avrete un motivo in più: studi scientifici confermano che andare al mare fa bene al cervello e influisce sulla felicità, è quindi addirittura una necessità!
È spiegato tutto nel trattato di Wallace J. Nichols, dal titolo lungo ma evocativo: “Blue Mind: The Surprising Science That Shows How Being Near, In , On, Or Under Water Can Make You Happier, Healthier, More Connected, And Better At What You Do”, ovvero “Mente Blu: la scienza sorprendente che mostra come stare vicino, sopra, dentro o sotto l’acqua possa renderti più felice, più sano, più connesso e migliore in ciò che fai”.
Un trattato basato su 10 anni di ricerche che fornisce 5 motivazioni per cui l’acqua tira fuori il meglio di noi stessi.
Gli esseri umani sono biologicamente connessi con l’acqua.
Il 65% del nostro corpo è fatto di acqua: l’invecchiamento prosciuga, molto lentamente, l’acqua presente nel nostro corpo, ma il cervello continua ad esserlo per tre quarti, e le nostre ossa per circa il 31%.
Inoltre, è stato il processo evolutivo a condurre i nostri antenati fuori dall’ambiente acquatico e le loro capacità hanno in seguito subito dei mutamenti tali da condurli dal nuotare, allo strisciare, fino al deambulare sulla terraferma.
Il feto umano, nella primaria fase del proprio sviluppo, presenta delle strutture simili a fessure branchiali; ancora, c’è acqua nelle nostre cellule e la calotta cranica ospita il cervello sotto forma di un “fluido cerebrospinale chiaro e privo di colore”.
Tutte relazioni che innescano una reazione positiva e immediata nel nostro cervello quando ci si trova di fronte al mare.
Contemplare il mare ci rilassa
Contemplare paesaggi naturali scatena nel nostro cervello reazioni positive, stabilità emotiva e recupero di ricordi felici.
È la conclusione alla quale sono arrivati gli scienziati che hanno condotto lo studio attraverso risonanza magnetica funzionale, citato nel volume: i panorami con una maggiore proprietà calmante a livello subconscio? Quelli marittimi naturalmente, (basta osservare la foto sopra il post per rendersi conto!).
Guardare i paesaggi acquatici ci rasserena
Il volume fa riferimento ad uno studio del 2011 che ha creato un’applicazione, Mappiness, che disegna i livelli di benessere di circa 22 mila persone. Dopo aver monitorato il loro grado di felicità in diversi momenti, i ricercatori sono giunti alla conclusione che le persone erano più felici quando si trovavano all’aria aperta, inoltre lo stato d’animo migliorava del 5,2% quando erano vicino ad un corpo d’acqua.
Il mondo preferisce il blu
Risale al 2003 lo studio che chiedeva a 232 persone in tutto il mondo di indicare il colore che preferivano, e naturalmente era stato scelto il blu!
L’acqua ricarica le menti esauste
Viviamo immersi nella tecnologia e in un ambiente iper connesso dal quale ogni tanto sentiamo la necessità di astrarci, e indovinate un po’ cosa ci aiuta a ricaricarci? Ancora una volta, l’acqua.
Uno studio del 1995 pubblicato su Environmental Psychology che analizzava il rendimento e la concentrazione di due gruppi di studenti aveva dimostrato che dei due gruppi di presi in esame, quello al quale erano state assegnate stanze con vista su paesaggi naturalistici invece che urbani, rendevano di più e mostravano una superiore capacità di attenzione funzionale.
Bene, ora che anche il trattato di Wallace J. Nichols supporta la vostra necessità di andare al mare, non vi resta che fare le valigie, la meta l’avete già scelta!