Uno dei maggiori problemi con cui gli amanti del pesce spesso sono costretti a scontrarsi è la presenza di mercurio all’interno dei loro corpi. A fare i conti con questo accumulo di mercurio, che spesso deriva dall’inquinamento dell’acqua, sono soprattutto i pesci di grossa taglia in cima alla catena alimentare. Si possono trovare così maggiori quantità di mercurio nel tonno, nello squalo, nel pesce spada che contengono percentuali molto più elevate rispetto a specie più piccole e meno longeve.
Una buona notizia arriva però dall’Oceano Atlantico, che negli ultimi anni ha registrato una graduale diminuzione del metallo pari quasi al 20% in un confronto tra i campioni esaminati nel 2004 e quelli esaminati nel 2012. Lo studio effettuato dai ricercatori della Stony Brook University di Harvard è stato condotto su oltre 1.300 campioni di tonno pinna blu. Nel 2004 le presenze di mercurio toccavano un massimo di 3,1 mg per chilo, ma le percentuali potevano diminuire in base alla taglia, al luogo della pesca o all’età del pesce. Già attorno al 2010 le concentrazioni registrate apparivano minori, tra un 0,5 e 1mg per chilo e ad oggi la situazione appare stabile.
La situazione positiva è merito ad alcuni accorgimenti fondamentali, adottati soprattutto in Nord America, riguardanti le grandi aziende del territorio statunitense degli ultimi anni. Le emissioni atmosferiche e marine dei loro scarichi sono state normate da leggi più severe e la quantità di mercurio impegnata nei processi industriali è stata ridotta. Se ne ricava perciò un contenimento dell’inquinamento in diversi punti della catena alimentare e dell’ecosistema. «Un dato – dichiara Nicholas Fisher, uno degli autori dello studio – che suggerisce come gli sforzi per la riduzione delle emissioni riescano a ridurre la concentrazione di mercurio in questo tipo di pesce». Il tonno pescato nel nord dell’Oceano Atlantico è perciò ad oggi una delle specie più sicure, che possono gustare sempre con le dovute precauzioni, anche le donne in gravidanza, le più esposte al problema della concentrazione del mercurio.
Se la zona dell’Oceano Atlantico vicino alle coste del Nord America appare perciò sotto controllo abbiamo un notevole innalzamento dei livelli di inquinamento nelle zone costiere dell’Asia: la presenza di questo metallo nell’aria ha registrato un aumento. Questo fattore influisce sicuramente in qualche misura sulla presenza di metallo nell’ecosistema marino e perciò dei pesci che nuotano nelle sue acque.
Prestare attenzione alla provenienza del pesce è la prima mossa per assicurarsi di portare in tavola un prodotto di qualità e non dannoso per il nostro organismo.