Pesce fresco, occhio alle etichette

Molte sono ancora oggi le irregolarità che accompagnano la vendita del pesce fresco, oltre ad alcune frodi anche l’etichettatura risulta spesso non a norma.

Questo è l’allarme lanciato da Greenpeace, sottolineando inoltre come i consumatori, nella maggior parte dei casi, siano poco informati sulla legislazione vigente.

Oggi gli italiani consumano pesce sia fresco che surgelato, ma anche in scatola o vasetto, il 69% dice di consumarlo anche già pronto. Nonostante le specie ittiche a nostra disposizione siano moltissime alla fine vengono consumate sempre le stesse e spesso sono varietà numericamente in difficoltà come il tonno o il pesce spada, anche in questo caso la poca informazione gioca un ruolo di rilievo.

L’ultima regolamentazione in tema di etichette prevede che vengano indicati l’attrezzatura di pesca usata, la denominazione della zona o sottozona di cattura. Le carenze in termini di informazione sono state rilevate soprattutto nei mercati rionali.

Queste informazioni devono essere fornite in quanto rappresentato un potente strumento a disposizione del consumatore nella scelta del pesce, potendo scegliere pesci provenienti da mari vicini e pescati in modo sostenibile rispetto a tipologie di pesca più dannosa per l’ecosistema marino.

Una corretta informazione è fondamentale in quanto un recente sondaggio ha messo in evidenza come gli utenti siano disponibili ad acquistare e anche pagare leggermente di più per un prodotto proveniente da pesca sostenibile.

Spesso abbiamo sottolineato l’importanza nell’acquisto della scelta di pesce di stagione, di diversificare gli acquisti rivolgendo un occhio di riguardo a quelle specie considerate a torto “povere”. Le risorse ittiche sono sempre più in difficoltà e queste piccole ma importanti accortezze risulteranno sempre più importanti se vogliamo cercare di salvaguardare la salute dei nostri mari.