Il mare è una riserva naturale, fonte di vita e non solo.
Funge anche da cantina per invecchiare bottiglie di vino, ospita misteriosi relitti, pesci strani e, ultimamente, anche i Lego!
È proprio ciò che succede sulle spiagge della Cornovaglia dove le onde, con il loro andare e venire, accompagnano dolcemente a riva i pezzi di Lego che si riversarono al largo delle coste britanniche anni fa.
Il capitano della Tokyo Express, diretto a New York, descrive con queste parole la nave portacontainer che si ritrovò in balìa della burrasca nel lontano 1997: “Una tempesta come se ne vedono una volta in un secolo!”.
Sballottata pericolosamente dagli infuriati flutti del mare la nave riuscì a tenersi a galla ma perse parte del proprio carico, tra cui trecentomila pezzi di Lego caratterizzati da una peculiarità: avevano per lo più forma marina.
Da allora le correnti non hanno smesso di riportare sulla battigia polipi e cavallucci, che riaffiorano con nonchalance attirando la curiosità di bagnanti, turisti, ma anche studiosi di correnti marine, i quali stimano che i pezzi potrebbero continuare il loro viaggio ancora per diversi decenni, e potrebbero approdare su qualsiasi spiaggia del pianeta.
La singolare storia dei Lego marini si è guadagnata una pagina su uno dei più frequentati social network: Facebook.
Tracy, che risiede in Cornovaglia, ha creato una pagina nella quale vengono postati commenti e foto su questi simpatici messaggeri del mare, nella quale si condividono i vari ritrovamenti; pare che alcuni siano naufragati fino alla Florida e all’Australia.
Una storia che si ripete: nel 1992 l’Ever Laurel levò le ancore da Hong Kong per dirigersi verso Tacoma, ma la nave perse durante una tempesta il container con 28 mila Friendly Floatees, giocattoli di gomma, per la maggior parte paperelle.
In seguito due oceanografi americani iniziarono a monitorarne il percorso ricostruendo la direzione delle correnti oceaniche.
Da allora le curiose paperelle solcano mari e oceani alla ricerca di un porto sicuro, in compagnia, dei Lego.
Photo Credit: http://www.npr.org/