Olio di fegato di merluzzo per combattere il cancro

Leggendo olio di fegato di merluzzo, cosa vi viene in mente?
Nella vostra mente si materializzeranno due immagini: il nonno che narra le proprietà benefiche dell’olio di fegato di merluzzo, leggendario estratto che permise di sopperire alle carenze alimentari patite dai bambini durante la guerra; la faccia schifata che facevate da bambini dopo aver ingoiato questa magica pozione dal gusto non proprio allettante.

Protagonista di leggende popolari, l’olio di fegato di merluzzo è tornato alla ribalta ai giorni nostri grazie ai sorprendenti risultati di una ricerca dalla quale è emerso che l’acido eicosapentaenoico (Epa), uno speciale Omega-3 di cui l’olio abbonda, influisce sulla trasformazione dei polipi del colon in tumore.

Gli studi sono ancora in corso e il patrocinio della ricerca è tutto italiano; le sperimentazioni sono condotte sull’uomo da un “cervello in fuga” rientrato in Italia grazie ai fondi dell’Airc per la ricerca sul cancro.

Gli Omega 3, lo diciamo spesso, contribuiscono in modo determinante al funzionamento del nostro organismo.
L’acido eicosapentaenoico (Epa) in particolare, è un acido grasso libero derivato dal fegato di pesce (sardine, sgombri, merluzzo, salmone), assorbito facilmente dalle cellule intestinali proprio perché in forma pura.

Ecco, la novità è che l’Epa è divenuto l’elemento fondante degli studi sulla prevenzione della poliposi familiare, e pare che influisca anche sulle mutazioni; grazie alla capacità di opporsi alle infiammazioni e alla morte cellulare infatti, si rileva efficace nella prevenzione del cancro.
L’acido eicosapentaenoico si configura quindi come un integratore alimentare privo di controindicazioni efficace per combattere il cancro al colon-retto, diagnosticato ogni anno a circa cinquantaduemila persone.

L’alimentazione a base di pesce dimostra ancora una volta la sua capacità di influire positivamente sulla nostra salute, e lo conferma Luigi Ricciardiello, gastroenterologo dell’Università di Bologna (Sant’Orsola), il ricercatore che sta conducendo le sperimentazioni sull’uomo nell’ambito degli studi sulla prevenzione della poliposi familiare.
Il dott. Ricciardello ha dichiarato infatti che un’alimentazione che preveda il consumo di pesce 2-3 volte a settimana, verdure e un mix di antocianine e polifenoli (abbondanti nelle arance), previene quasi il 70% dei tumori, se associato ad un corretto stile di vita.

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